giovedì 28 maggio 2020

Un testimonial per l'Ecologia - STEP 16

Se dovessimo scegliere un perfetto testimonial per la disciplina dell'ecologia potremmo fare molti nomi, ma uno dei più evidenti e principali è quello di Carl Nilsson Linneus, padre della classificazione delle specie viventi. 
Linneo dedicò gran parte della sua vita allo studio di numerose specie vegetali e animali, analizzando e coltivando di persona molte di queste, come ad esempio la cannabis.
Linneo per primo classificò la famosa pianta crescendo numerose piante nella propria abitazione negli anni successivi al 1750, le diede il nome di Cannabis Indica L. Il botanico scoprì anche l'uso ricreativo della pianta, le piante di cannabis di genere femminile che venivano allontanate da quelle di genere maschile tendevano a produrre infiorescenze ricche di resina, e dunque ricche di delta-9-tetraidrocannabinolo, elemento chiave nell'ambito ricreativo della cannabis.
La storia ci racconta anche di come Linneo desse il nome alle varie specie ispirandosi fortemente alle forme umane e alle pratiche realtive all'attività sessuale; un gran numero di specie presenta un nome scientifico che potrebbe fare storcere il naso in certi ambienti, esempi sono la Venus meretrix, la Crepidula fornicata o la Clitoria.
Linneo fu dunque un personaggio molto controverso e libertino, se potessimo portarlo nei tempi odierni farebbe sicuramente una pubblicità molto efficace alla disciplina dell'ecologia grazie alla sua così "particolare" personalità. 

L'Ecologia di fronte ai limiti - STEP 15

L'ecologia è sempre più strumento fondamentale per capire e prevedere i limiti che l'umanità si deve necessariamente imporre per non devastare il pianeta Terra prima del tempo.
Nel '900 lo sfruttamento delle risorse naturali in modo intensivo e l'estensiva antropizzazione dell'ambiente naturale hanno causato danni irreparabili e spesso molto gravi.
La non conoscenza del funzionamento e dei sottili equilibri di numerosi ecosistemi hanno portato a numerosi eventi negativi, partendo dall'estinzione di specie animali e vegetali e arrivando alla distruzione parziale di ecosistemi grandi migliaia di chilometri quadrati. La totale indifferenza agli effetti di numerose opere e azioni sull'ambiente ha reso impossibile l'individuazione dei limiti dello sviluppo antropico in numerosi contesti naturali, tempo dopo la stessa ignoranza ci ha portati al cozzare violentemente contro i limiti non previsti precedentemente.
Facciamo degli esempi per chiarificare il mio discorso.
Durante il periodo ellenistico il leone abitava tutta l'Africa, un luogo con un'elevata densità di questo animale è la catena montuosa dell'Atlante, in Marocco. Il leone di quelle zone fu classificato con la sottospecie di leone berbero; fino ai primi decenni del XX secolo era comune per i turisti europei andare negli habitat del leone per poterlo osservare, gli zoo europei erano pieni di esemplari di questa sottospecie, proprio perchè risiedente vicino al Vecchio Continente. L'antropizzazione fortissima che il Marocco ebbe in seguito alla Seconda Guerra Mondiale portò all'estinzione del leone berbero, ignorato dalle autorità marocchine.
Esempio ben più rilevante dei limiti dell'uomo e di come questi vengano scoperti in modo traumatico a causa dell'indifferenza è quello delle dead zones, ovvero zone di oceani e mari completamente o parzialmente prive di ossigeno disciolto (la presenza di specie animali e vegetali è dunque impossibile o molto limitata); la dead zone più grande e importante è quella del golfo del Messico, essa corre lungo la costa statunitense e messicana del golfo ed è lunga centinaia di chilometri. La Gulf of Mexico dead zone è causata ed alimentata dallo scarico indiscriminato di sostanze utilizzate per le attività agricole del Midwest statunitense, e in breve tempo ha portato alla morte o alla migrazione di centinaia di specie animali e vegetali presenti nel Golfo del Messico.

martedì 26 maggio 2020

Un fatto di cronaca legato all'ecologia - STEP 14

Nel 2014 la famosa azienda produttrice di capi d'abbigliamento Moncler è finita al centro di un discusso caso di cronaca.
La trasmissione Report realizzò un videodocumentario corredato di dossier dove venivano mostrati i discutibili metodi di produzione dei piumini d'oca, la totalità delle oche ungheresi allevata per le piume veniva infatti allevata con metodi brutali e dolorosi; la questione fu portata agli occhi degli italiani in prima serata.
Più nel particolare leggendo articoli e documenti risalenti al periodo apprendiamo che Moncler non dispone di certificati che assicurino a chi acquista un loro prodotto che gli animali sfruttati vengano trattati con umanità; anzi, le oche vengono allevate in condizioni di vita pietose, per poi essere spiumate vive e vendute ad aziende produttrici di foie-gras.
Moncler perse il 17% del valore in borsa e andò in profonda crisi per qualche tempo, ma presto l'opinione pubblica si dimenticò della questione.
Questo episodio ci mostra come spesso ci si dimentichi del rispetto (e dunque della conoscenza) dell'ambiente che ci circonda preferendo il guadagno, in barba a tutti i precetti dell'ecologia.

Articoli sulla questione:
  1. Il Corriere 
  2.  Greenme.it

sabato 23 maggio 2020

L'ecologia nell'ingegneria - STEP 13

L'ecologia e l'ingegneria sono due discipline che devono spesso andare di pari passo, per spiegare questa mia affermazione eccovi due esempi.
Il primo "caso" che andremo ad esaminare è quello di Mont Saint-Michel, famosissima abbazia costruita sull'omonima isola periodicamente isolata dalle maree (è un caso di isola tidale). Per permettere ai turisti di raggiungere l'isola anche con l'alta marea fu costruito un terrapieno che la collegava alla terraferma; dopo poco tempo ci si rese conto che l'opera avrebbe completamente distrutto il complicato ecosistema dell'isola in meno di cinquant'anni, il governo francese fu dunque costretto ad abbattere l'opera per non danneggiare irreparabilmente la zona.
Questo primo esempio ci mostra come è fondamentale conoscere l'ambiente e il suo funzionamento di un luogo quando si è intenzionati a costruire opere ingegneristiche grandi e complicate.
Il secondo esempio di come ingegneria ed ecologia debbano essere o siano strettamente collegate ce lo fornisce proprio il Politecnico di Torino, infatti il corso di Ingegneria Chimica propone di "fornire un quadro d'insieme degli aspetti chimici, chimico-fisici, biologici ed ecologici per la descrizione dei comparti ambientali la cui conoscenza è basilare per comprendere ed interpretare fenomeni ambientali più complessi di inquinamento o interazione antropica".
Andando ad esaminare i primi post di questo blog notiamo come la descrizione del termine coincida proprio con il percorso che il sopracitato corso propone.
E'dunque evidente come l'ingegneria e l'ecologia debbano andare di pari passo.

La sintesi finale - STEP 24

Siamo giunti alla fine, come abbiamo avuto modo di vedere l’ecologia (STEP 1) è un argomento ampio se non colossale; nonostante il termi...